FLYAWAY

Nel numero di giugno 1987, nella rubrica La posta dei lettori, con pseudomino GGP, scrissi un pezzo ove spiegai ciò che stava avvenendo riguardo alla penuria di posti di lavoro per pilota.

Mi pare di essere stato del tutto obbiettivo, riportando i fatti di ciò che era sotto gli occhi di tutti. Del resto la Magistratura, l’INPS, il Ministero dei trasporti intervennero a fermare tale situazione.


La posta dei lettori

Il Sig. Marino F. di Roma do­manda: «Stando alla lettura di varie riviste aeronautiche, mi sembra di aver capito che una di­versa scelta suddivida i piloti in due schieramenti: uno per la libe­ra professione, l’altro per il lavoro dipendente. Vorrei conoscere la vostra opinione in merito. Ed an­cora cos’è l’AIPAG?».

Come avrà notato, nessuna rivi­sta ha sentenziato chi è il vincito­re di questo contenzioso e nem­meno noi siamo in grado, con se­ria cognizione di causa, di soste­nere una delle parti. Ciò non esclude l’illustrare, ai lettori, i fat­ti accaduti, in base alle notizie in nostro possesso.

Alcuni anni fa diversi ex Coman­danti di grosse compagnie nazio­nali, postisi in stato di quiescen­za in età ancora relativamente giovane (45-50 anni), decisero di tornare a volare come professio­nisti. La legge, che regola il Fon­do volo INPS, prevede la sospen­sione della pensione al pilota che torna a volare quale professioni­sta dipendente di una società che possiede un A/M (aeromobi­le). Ritenendo di poter svolgere il lavoro di pilotaggio quale «Libero professionista», alcuni di loro non sospesero il percepimento della quiescenza, altri ancora si uniro­no in cooperativa (Coopair Roma), ritenendo così di non do­ver nulla all’INPS. Molti datori di lavoro trovarono, in questi nuovi rapporti, un interesse diretto in quanto si era creata la possibilità di utilizzare un pilota solo nei mo­menti di bisogno e senza dover affrontare il peso economico dei versamenti contributivi. In un pri­mo momento la venuta di questi colleghi nel campo dell’aviazione generale, non suscitò nessuna ostilità, anzi fu scritto un articolo sul notiziario dell’ ANPAC (a firma Guidi) in cui si affermava che l’immissione, in questo settore, di piloti di grande esperienza avreb­be fatto innalzare il livello profes­sionale.

Successivamente un nu­mero sempre maggiore di pensio­nati si riimmise nel lavoro aero­nautico, in quei tempi saturo di forza lavoro, rendendo impossibi­le ai piloti più giovani di inserirvisi e a quelli più esperti di migliorare o di mantenere il livello economi­co ed in qualche caso lo stesso posto di lavoro.

A questo punto, prima un piccolo gruppo, poi la quasi totalità dei piloti dell’avia­zione generale, si è unita in una associazione: la A.I.P.A.G. (Asso­ciazione Italiana Piloti Aviazione Generale) con sede a Roma e con rappresentanti provinciali su tutto il territorio nazionale. Determinati a salvaguardarsi, hanno iniziato ad illustrare il proprio punto di vista con ogni mezzo, sostenendolo con una sfilza di precisazioni legali e con qualche denuncia alla magistratura.

Per ora il primo scontro, davanti al Giudice Istruttore Dr. Giuliani del Tribunale di Roma, ha dato ragione a AIPAG; non di meno la Coopair ha presentato appello. Vedremo come andrà a finire.

Le puntualizzazioni, fatte dalla AIPAG al Ministero dei Trasporti, sulla necessità che solo piloti con regolare contratto possano essere iscritti in un unico Disciplinare (autorizzazione ad opera­re quale società di trasporto pub­blico passeggeri), hanno fatto scaturire una circolare di prossi­ma emissione. Ciò dimostrerebbe che la tenacia di AIPAG è riuscita a smuovere anche l’immobilismo di Civilavia. AIPAG è ora promo­trice della temporanea unione di tutte le associazioni e sindacati del settore aereo finalizzata alla salvezza del Fondo Volo poiché le truffe e i mancati versamenti nonché le continue capitalizzazio­ni stanno definitivamente affos­sando questo fondo a regime speciale.

G.G.P.

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