Calcoli in avvicinamento diretto a vista
Qesto articolo, all’interno della rubrica ” due chiacchere nel cockpit “, apparve nel Giugno 1982 su JP4
Già abbiamo avuto occasione di vedere quali sono i calcoli da effettuare per conoscere tutti gli elementi, quali ratei-tempi- distanze-ecc., in avvicinamento strumentale; questa volta desidero completare l’argomento definendovi le utili relazioni che legano quota-distanza-rateo durante un avvicinamento diretto iniziato in lontananza ed a continuo contatto visivo con la pista, senza utilizzazione del Vasis. Negli avvicinamenti diretti a vista, con passar del tempo, l’occhio del Pilota si abitua a seguire una determinata traiettoria di discesa immaginaria, tendendo sempre a seguire la stessa, poiché è ormai divenuta familiare e «collaudata».
Egli basa questa traiettoria sull’immagine della pista (vedi fig. 1).
Per variare e/o ottenere l’immagine, ormai fissata in mente, egli agisce, mantenendo costante la velocità, sulla potenza e assetto, variando il rateo e la pendenza di discesa, fino ad ottenere, o meglio mantenere, quella traiettoria che gli fa apparire la pista nella maniera abituale.
Uno dei compiti dell’istruttore, o del controllore, è quello di valutare e/o controllare che l’allievo pilota, od il professionista, inizialmente, o con il passare del tempo, non tenda a percorrere una traiettoria troppo bassa o troppo alta rispetto alla normalità. Una traiettoria troppo bassa tende a portare il velivolo basso sul terreno (ostacoli) ed ad aumentare positivamente l’assetto dell’aereo, diminuendo così la visione sottostante, peggiorando la situazione, (vedi fig. 2).
Un avvicinamento effettuato con una traiettoria troppo alta, naturalmente ci salvaguardia dagli ostacoli e l’assetto risulta picchiato rispetto al normale dandoci una visione esterna più ampia della zona da sorvolare, ma si avrà un regime motore molto più basso ed il rateo molto più alto del normale.
Anche queste condizioni sono da evitare, aggiungendovi che sarà troppo ampia la variazione di assetto che dovrà essere effettuata per impostare la Retta e quindi la richiamata per il Contatto; se è un Jet, la grande variazione di potenza per una eventuale riattaccata, potrebbe pregiudicarla.
Vi è quindi un campo di traiettorie accettabili che possiamo indicare tra i 2° e i 4°, mentre il campo ottimale si aggira tra i 2,5° e i 3°. Noterete che quello ottimale corrisponde agli angoli utilizzati normalmente durante l’ILS. L’obiettivo è quindi « standardizzarsi» entro il cono ottimale (vedi fig. 3).
Immagino vi porrete questa domanda: «Quali parametri ci possono essere di aiuto?». La risposta è:
- a) fare propria l’immagine pista effettuando degli ILS e cercare di fissarla in mente;
- b) utilizzare queste tre formule, facili da memorizzare, che in funzione dei parametri in vostro possesso vi danno quello mancante. Esse sono usate seguendo una ideale traiettoria di discesa pari ad un gradiente fissato in: 2°,82 / 1:20,3 / 4,92% / 299 ft. per NM
– Distanza dalla pista NM X 3 X 100 = Altezza ft da avere
– Altezza ft : 300 = Distanza NM dalla pista
– 5 X Ground Speed (velocità al suolo) Kts = Rateo ft/min
Sviluppando in un disegno (fig. 4) le formule appena viste otterremo, in funzione della quota, la distanza e viceversa; tanto per avere una visione di insieme. E perché vi sia ancora più facile, ricordate che a 10 NM dovete essere a 3000 ft + 50 ft del sorvolo testata e ogni miglio percorso equivale ad una perdita di quota di ~ 300 ft.