Procedure di volo – VASIS – Wind-Shear
Apparso su JP4 nell’Aprile 1988, nella rubrica “ cockpit “.
Questa volta desideriamo rispondere a due lettere.
La prima in cui il sig. Gianpaolo P. di Roma ci chiede di spiegare le procedure seguite dai piloti dal decollo all’atterraggio.
Caro amico, lo spazio a disposizione non ci consente di risponderLe adeguatamente. Per la verità avevamo già pensato di sintetizzare la descrizione delle varie fasi di un volo in successive puntate, ma ciò «blocca» la rubrica in lunghe spiegazioni. E’ nostra convinzione che, successivamente, avendo avuto occasione di toccare i più importanti (e lunghi) argomenti, ci sarà più facile descrivere chiaramente e rapidamente le procedure. Ad esempio: se durante la trattazione di una SID (Standard Instrument Departure — partenza strumentale standard) si parla di seguire una radiale VOR fino ad un Fix DME, dovremmo spiegare sia le radiali VOR, sia il DME, che il metodo per mantenere la radiale; quando invece avremo avuto modo di approfondire occasionalmente i vari argomenti, potremo procedere più speditamente trattando l’argomento per intero, anche se a puntate. La invitiamo perciò ad avere un po’ di pazienza ed a raccogliere i vari numeri della nostra rivista creandosi quel back-ground necessario a poter seguire agevolmente quanto verremo a scrivere in risposta alla sua domanda.
La seconda lettera, del collega Francesco M. di Bologna, ci chiede di evidenziare l’eventuale utilizzo del VASIS in caso di Wind-shear.
Le rispondiamo rapidamente per iscritto anche per gli altri lettori. Come già accennatoLe a voce, le indicazioni del VASIS (vedi: JP4 giugno 1981 «indicatori ottici di planata») possono essere di ausilio in caso di Wind-shear (rapide variazioni di direzione ed intensità del vento a bassa quota) durante la fase dell’avvicinamento. Le indicazioni del VASIS creano un piano inclinato da seguire fino all’atterraggio, come il Glide Slope (sentiero di planata) nell’ILS (Instrument Landing System — sistema di atterraggio strumentale). Per mantenere detta traiettoria nello spazio, con velocità costante, sarà necessaria una determinata spinta la quale diventa, col tempo, un valore «predeterminato» al quale il pilota si riferisce e che modifica leggermente, di volta in volta, in funzione del peso dell’aereo, dell’angolo del Glide Slope e del vento.
Nella fig. 1 non vi è vento e la traiettoria coincide con il GlideSlope. Se (fig. 2) si inserisce un vento in coda, la Ground Speed (velocità al suolo) aumenta e per mantenere la traiettoria è necessario aumentare il rateo di discesa; il contrario (fig. 3) in caso di vento frontale.
Ecco che, se il pilota ha trovato il rateo e la spinta che gli consentono di mantenere la pendenza desiderata, ogni successiva variazione di traiettoria gli viene evidenziata dalle indicazioni del GlideSlope o nel nostro caso dal VASIS. Se per mantenere la traiettoria diventa necessario diminuire la spinta, significa un aumento dell’intensità del vento in coda o che esso è ruotato e si è posto in coda.
Più è grande la variazione di spinta in tempi brevi, più è alto il gradiente verticale del Wind-shear (che è espresso in nodi per centinaia di piedi: kts/100ft).
Tutto ciò è valido nei casi di Wind-shear con variazioni di direzione e/o velocità sul piano orizzontale. Nei casi di Down-Gust (raffica verticale verso il basso) ad esempio volo al di sotto dei temporali od in loro prossimità, si somma al valore variometrico il valore del Down-Gust (fig. 4), dovremo perciò diminuire il rateo fino a controbilanciare, o al limite realizzare un rateo positivo (fig. 5). Vale comunque un principio fondamentale: la quota, anche sacrificando parte della velocità, è l’unica cosa che ci garantisce la continuazione del volo. Ci riserviamo, in un prossimo futuro, di approfondire l’argomento Wind-shear.