DECOLLI IN PUNTA DI PIEDI
In qualità di Esperto del Ministero dei Trasporti, ebbi occasione di interessarmi della problematica “ rumore “.
Il problema era che nessuno voleva sopportare il rumore degli aerei in decollo da Linate. E’ quello che in inglese suona: “Not in my back yard – NIMBY “ (non nel mio giardino).
Frase egoistica che esprime la volontà di non voler sopportare scocciature per il bene della collettività ( anche se si tratta di un beneficio a favore anche di chi la pronuncia ).
Diversi indicarono e suggerirono di convogliare tutti i decolli su un’unica rotta, mentre io feci presente che solo una razionale spalmatura su più rotte avrebbe evitato che tutto il peso ricadesse su una determinata area. Così facendo si sarebbe evitato che chi viveva nell’area (unica rotta) scelta, avrebbe sofferto a tal punto da cercare di passare la palla ad altri, e via così ( una lotta tra poveri ). Invece; suddividendo le traiettorie di decollo su tutte le possibili rotte, ognuno avrebbe avuto solo una parte della sofferenza e di sicuro non un rumore martellante e continuativo.
Per convincerli portai questo racconto: “Io e l’inquilino sotto al mio appartamento, abbiamo entrambi tre figli. I ragazzi, si sa, amano la musica ad alto volume. Se tutte le sere, anche uno solo – dei figli del mio vicino – ascolta fino alle 11 la musica ad alto volume, prima o poi scenderò col fucile.
Mentre: se ogni mio e suo figlio, il giorno del proprio compleanno indice una festa con i suoi amici e la musica assordante dura fino alle 2, nessuno raggiunge il limite assoluto di sopportazione, perché si tratterebbe di solo sei volte all’anno”
Superato questo primo ostacolo, portai un fascicolo di fotocopie di aeroporti in cui era prevista la “ procedura anti rumore “ ( tra cui ilCairo ).
Tale procedura non era imposta (fino ad allora) da Civilavia, o quanto meno in alcuni casi in maniera blanda.
Civilavia ( ovvero l’ENAV di allora ), fu costretta a far applicare, a tutti i decolli sugli aeroporti italiani, quanto gli altri Stati già pretendevano da lungo tempo da noi.
DECOLLI IN PUNTA DI PIEDI DA MILANO
Testo di Gianni Guiducci
Settembre 1996
Quest’estate il traffico aereo di Linate e Malpensa è stato rivoluzionato con l’adozione di nuove procedure volte a ridurre rimpatto acustico sulle aree urbane.
L’inquinamento acustico originato dall’intensa attività dell’Aeroporto di Milano Linate è da molto tempo al centro di contrasti con gli abitanti del territorio circostante. Da oltre 20 anni sono in vigore le rotte di uscita adottate in seguito al riconoscimento della qualifica di zona “pericolosa”, da parte dello Stato, del centro chimico di Pioltello; una battaglia portata avanti per quasi vent’anni da LegaAmbiente e che ha innescato una serie di conseguenze a catena.
Infatti, con le nuove rotte, il rumore prodotto dai velivoli in decollo dalla pista 36 ha investito altre realtà che naturalmente hanno reagito con forza al nuovo problema, finché dal giugno dello scorso anno i quartieri direttamente interessati dai decolli da Linate sono letteralmente insorti usando anche la stampa per rendere di pubblico dominio la loro situazione.
Con un accordo generale tra la Provincia e i Sindaci interessati, sono state proposte traiettorie alternative, per incanalare il traffico lungo aree non densamente abitate. Il ministero dei Trasporti è stato incaricato del controllo di queste proposte sotto il profilo della volabilità, della sicurezza, della validità e della reale fattibilità.
Con azione lungimirante, anche nella previsione dell’insorgere di analoghi problemi in altri aeroporti nazionali, la Direzione Generale dell’Aviazione Civile ha costituito un’apposita Commissione presieduta dal dr. Alberto Di Giulio, direttore dell’ufficio Operativo di Civilavia. Dopo un lungo e difficile studio della situazione e delle possibilità prospettate, si è passati al controllo della fattibilità in base alle normative internazionali, al controllo della volabilità e della sicurezza, per poi emanare i necessari Notam (Notice To AirMen – Avviso agli aeronaviganti) con la definizione delle variazioni delle rotte.
Le traiettorie sperimentali sulle quali si svilupperanno le nuove rotte saranno cinque. La prima, operativa dal 20 giugno, consiste in una stretta virata a destra verso Parma/Genova, per gli aerei diretti verso il sud Italia e l’area mediterranea, evitando Segrate, San Felice e Limito. Dal 18 luglio altre due rotte (primaria e secondaria) permettono agli aerei con destinazione Francia e Gran Bretagna di raggiungere Saronno e altre due (sempre primaria e secondaria), riservate alle destinazioni nord Europa, Svizzera, Germania e Europa dell’Est, fanno capo a Trezzo.
La primaria per Saranno seguirà la radiale 341° del VOR (il VOR è un radioaiuto che emette traiettorie/radiali che il pilota può seguire grazie ad uno strumento a lancetta) passando così tra i quartieri di ParcoLambro, Milano 2, Ospedale San Raffaele e la città di Milano. Tale valore è stato fissato perché in questa direzione si trova l’aeroporto di Bresso e solo questa radiale garantisce la separazione tra gli aeromobili in partenza e quelli in movimento intorno al piccolo aeroporto. La secondaria prevede invece di seguire la radiale 002° che attraversa il GolfoAgricolo tra i quartieri di Milano 2, Villette, Gartesia e quelli di Rovagnasco, Villaggio Ambrosiano, Segrate Ovest. A circa 8 chilometri da Linate, l’aereo vira quindi a sinistra verso Saranno.
Queste due alternative forniscono una flessibilità prima inesistente, sia al controllo del traffico aereo, che ai piloti. E’ chiaro infatti che nel caso vi fosse un aereo molto lento lungo una delle due, l’altro più veloce non sarà costretto a terra in attesa, ma lo potrà sorpassare. E ancora, durante l’estate quando le alte temperature diminuiscono le prestazioni degli aerei, i piloti avranno a disposizione un percorso leggermente più lungo per prendere quota.
Adottando la stessa filosofia, si è stabilito di fissare, quale uscita primaria per Trezzo, la stessa radiale 002° con virata a destra a 8 chilometri. In alternativa si percorrerà inizialmente la medesima virata a destra per Parma, per poi risalire verso Trezzo ad oltre 20 chilometri dall’aeroporto.
Oltre a tali soluzioni di rotte, si è codificato l’utilizzo della procedura di decollo antirumore come da standard ICAO che prevede il mantenimento di una velocità pari alla V2 (velocità iniziale di salita) + 20 nodi (37 km/h) fino a 3.000 piedi (914 m), il che corrisponde alla velocità di massimo gradiente – massimo guadagno di quota in rapporto alla distanza percorsa – fino quasi a 1.000 metri che vengono raggiunti in circa 4 chilometri di percorso. Tale sistema è già utilizzato da tempo e in tutto il mondo, quando la vicinanza degli agglomerati urbani alle piste di volo crea situazioni di disagio.
Malpensa
Ovviamente, problemi simili esistono per l’altro scalo milanese della Malpensa, anche se in questo caso si è ancora in tempo per intervenire in fase preventiva anziché dover correre ai ripari a cose fatte. Così si sono già fatti interessanti passi in avanti sia a livello di procedure di volo che di sistema di controllo e di uso del suolo.
Le nuove procedure di volo sono operative dal 20 giugno; messe a punto dalla Direzione di Circoscrizione Aeroportuale di Malpensa in collaborazione con SEA, ENAV e compagnie aeree, esse costituiscono un momento di transizione tra l’attuale assetto delle infrastrutture aeroportuali e quello di Malpensa 2000 e rappresentano un primo passo verso la piena applicazione di quanto previsto dal piano regolatore regionale di Malpensa e di quanto richiesto a suo tempo dalla Regione Lombardia. Il decollo dalla 35R (35 destra) prevede un’accostata a destra di 15° con successive virate per Romagnano a sinistra o per Saranno a Destra. Viceversa, chi decolla dalla 35L (35 sinistra) effettua una speculare virata a sinistra di 15°; in questo modo si viene a creare un cono di 30° che salva la maggior parte del territorio urbanistico del comune di Somma Lombardo, uno dei più colpiti per quantità e qualità del rumore assorbito.
Inoltre anche per Malpensa vale la procedura di salita iniziale prevista per Linate che ovviamente può essere violata in caso di avverse condizioni atmosferiche o per ragioni di sicurezza.
Riguardo al controllo del rumore, la Provincia di Varese ha approvato il 21 maggio il progetto di realizzazione del sistema di monitoraggio dell’aeroporto cofinanziato dalla SEA e dal ministero dell’Ambiente; i primi dati relativi all’inquinamento acustico generato dal traffico aereo saranno quindi disponibili nell’inverno 1996. Infine, la Provincia di Varese ha attivato i lavori per il Piano Territoriale d’Area di Malpensa 2000, sulla base della delega funzionale a suo tempo ottenuta, che definirà l’uso del suolo nei territori limitrofi allo scalo aeroportuale. Tale piano non solo dovrà garantire uno sviluppo compatibile con l’ambiente circostante l’aeroporto, ma dovrà costituire l’elemento di cerniera tra l’uso dell’aeroporto e le zone urbanizzate evitando così gli errori del passato che hanno visto costruire in zone soggette al sorvolo degli aeromobili.
Naturalmente non sarà mai possibile eliminare totalmente il rumore, ma solo diminuirlo rendendolo accettabile. Lo scopo di questi interventi resta quello di una migliore convivenza tra la realtà urbana e la realtà aeronautica, ricchezza nazionale, oltre che esigenza irrinunciabile.
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Si ringrazia – Il com.te Gianni Guiducci; è un Esperto del Ministero dei Trasporti e Perito del Tribunale Civile e Penale di Milano. Ha collaborato in passato con JP4 curando per alcuni anni la rubrica “Due chiacchiere nel cockpit”.